Slow Food Village: De Simone, «una kermesse dal valore inestimabile: tutte le realtà del centro ne hanno tratto beneficio»

 

   Viterbo, 8 luglio 2014  
Dieci giorni di fuoco, è proprio il caso di dirlo, hanno infiammato piazza del Plebiscito e tutto il centro. Grazie anche allo Slow Food Village e agli oltre cento appuntamenti in cartellone, l’edizione di Caffeina 2014 si farà ricordare per molto tempo.
«Per più di una settimana il valore aggiunto della kermesse organizzata dalla condotta Slow Food Viterbo – spiega Andrea De Simone, direttore di Confartigianato Imprese di Viterbo – è stato sotto gli occhi di tutti. Non solo la qualità dell’eccellenza enogastronomica nostrana, unita alla capacità innovativa tipica dei nostri imprenditori, ma anche la maestria artigiana e comunicativa, gli interventi culturali, le presentazioni e un occhio di riguardo ai più piccoli. Per non parlare della ricaduta positiva che la macchina dello Slow Food Village, inserita nel più grande Festival Caffeina, ha avuto sulle attività del centro storico e sull’afflusso turistico».
Tanti i turisti, dei quali molti gli stranieri, che ogni sera affollavano le strade del villaggio, ammirando l’artigianato artistico esposto, ascoltando gli interventi degli esperti del settore e soprattutto assaggiando le peculiarità enogastronomiche offerte. Nei dieci giorni a cavallo tra giugno e luglio, piazza del Plebiscito si è trasformata in uno snodo centrale della città, ammantandosi via via di mille significati. Ingresso principale al festival, certamente, ma soprattutto luogo esperienziale, affascinante e di aggregazione, dopo il primo week end dall’apertura lo Slow Food Village è divenuto tappa fissa per chiunque volesse guardare, assaggiare e ascoltare un modo diverso di intendere il cibo e non solo.
«Difficilmente abbiamo visto la piazza del comune di Viterbo fremere di un tale fermento come in quest’occasione – continua De Simone – e quel che più è importante è che, senza mai rimanere deserto, il Villaggio ha contribuito fortemente a riempire le vie del centro storico»
Locali pieni tutte le sere e negozi aperti: una sorta di notte bianca viterbese lunga dieci giorni, per la gioia di ristoratori, commercianti e locandieri. Il meglio del nostro artigianato artistico ha avuto un posto di rilievo all’interno della kermesse sposandosi alla perfezione con quello sguardo attento alla riscoperta delle radici ispirato dal tema dello Slow Food Village, l’agricoltura familiare.
Un discorso a parte andrebbe poi fatto per l’impegno degli organizzatori che ogni sera hanno previsto un intervento qualificato e inedito: in tanti si sono infatti rivolti alla platea dell’Arena Incontri, affrontando i temi più vari, analizzando l’agricoltura familiare da ogni punto di vista possibile. Dei molti ospiti forse il più atteso Oscar Farinetti che, presenza d’onore allo Slow Food Village, ha poi animato il dopo-Festival di Caffeina. «Ci sono stati momenti davvero significativi – incalza De Simone – che danno la misura della passione e dell’attenzione con cui è stato realizzato l’evento. Tra le fasi più importanti del progetto c’è stato il congresso nazionale della rinnovata Slow Food Italia, ospitato sia all’interno del villaggio che presso il complesso termale dell’hotel Salus».
Il bilancio di questa prima edizione del Festival Enogastronomico dunque è senza ombra di dubbio positivo e lascia presagire una proposta sempre più ricca per le edizione future. «È stata un’esperienza intensa, impegnativa ed entusiasmante – spiega Angelo Palombi, presidente di Slow Food Viterbo –. Quello che più ci ripaga del duro lavoro è la consapevolezza di essere riusciti a centrare il nostro primo obiettivo: superare le “mura” di Viterbo e condividere la bellezza della nostra città con tutto il Paese. Lo Slow Food Village ha avuto visibilità a livello nazionale e, grazie al congresso, abbiamo potuto far conoscere le meraviglie uniche di Viterbo ai nostri consiglieri, che ci hanno lasciato con la promessa di tornare quanto prima».
Dieci giorni per farci appassionare alla filosofia dello Slow Food, dieci giorni farci innamorare di una Viterbo giovane, attiva e vibrante come non mai. Dieci giorni al termine dei quali, con un po’ di nostalgia, diciamo arrivederci allo Slow Food Village, in attesa della prossima estate e della riapertura delle porte.

 

 

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